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Legna, pellet & cippato: la biomassa legnosa

blog_08 - Green Knowledge
Lug 06 2016

Legna, pellet & cippato: la biomassa legnosa

Lo sfruttamento della legna può avvenire, in campo energetico, o sotto forma di legna da ardere, destinata ad alimentare camini, stufe o caldaie domestiche o sotto forma di pellets (piccoli cilindri ricavati da segatura pressata a lavorata), destinati ad alimentare stufe o caldaie per usi domestici, o infine, sotto forma di cippato, che rappresenta il combustibile principale di impieghi della biomassa legnosa di dimensione più rilevante e che possono essere destinati perfino alla cogenerazione di energie elettrica e termica, sfruttata attraverso reti di teleriscaldamento.

L’uso della legna è molto diffuso in zone montane o per caminetti ma, dal punto di vista ambientale, nonostante si utilizzi un combustibile rinnovabile, presenta non pochi aspetti negativi, soprattutto collegati alle emissioni di polveri che la combustione del legno non controllata comporta.

Il pellet, al contrario, consente una buona combustione ed è ideale per alimentare in maniera comoda stufe appositamente costruite; tuttavia, essendo fondamentalmente un prodotto “industriale”, è probabile che si possa utilizzare anche inconsapevolmente un pellet prodotto con legna di foreste molto distanti e che, quindi, abbia comportato grandi consumi energetici per il trasporto, vanificando la sua natura di fonte rinnovabile.

Il cippato, invece, è un biocombustibile che si presenta sotto forma di scaglie di legno vergine, dalle misure indicative di 2-5 cm. Il cippato viene ricavato soprattutto dai residui boschivi, dalle potature agricole e dagli scarti delle segherie e delle industrie del legno, attraverso una macchina cippatrice, che tritura il legno riducendolo in scaglie. Il basso valore unitario del prodotto fa sì che non sia conveniente trasportarlo oltre un raggio abbastanza contenute e quindi garantisce la “filiera” corta.

L'aspetto più interessante del cippato sta nel fatto che per produrlo viene utilizzata della materia prima di solito inutilizzata, in quanto scarto di attività agricole, forestali e industriali e quindi non entra in concorrenza con altri settori produttivi legati alla filiera del legno, come ad esempio la produzione di legna da ardere. Anzi, se ben valorizzato, il cippato può costituire un'importante fonte di reddito proprio per quei settori del mondo agro-forestale che più di altri oggi soffrono la perdita di competitività sul mercato globale.

Il cippato, grazie alla sua estrema economicità e al funzionamento automatizzato delle caldaie, si presta a soluzioni impiantistiche più complesse, che vadano ben oltre la semplice produzione di calore al servizio di singoli edifici: anche grazie alla natura forestale del prodotto il cippato, utilizzato in moderne caldaie e relativa impiantistica è il combustibile ideale per la climatizzazione delle serre o delle stalle e per l’essicazione di prodotti agricoli.

Ma anche come soluzione di riscaldamento di edifici è utilmente impiegabile con la creazione di piccole reti di teleriscaldamento. Ipotesi progettuale di questo tipo, tipicamente realizzabile con forme di Partnerariato Pubblico Privato (PPP) sono promosse dai Piani di Sviluppo Rurale (PSR) che, volendo sostenere le economie dei piccoli Comuni delle fasce montane incentivano a fondo perduto la realizzazione di piccole reti di teleriscaldamento, in grado di trasportare il calore sotto forma di acqua calda, agli edifici pubblici o alle varie unità interessate (caratterizzate da essere ad una distanza dall’impianto tale per cui le dispersioni nel tragitto siano comunque contenute) e che potranno così beneficiare di un sistema di riscaldamento “centralizzato” e a basso costo.

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